Luci e Ombre della Partecipazione

Mi scusi Presidente se arrivo all’impudenza di dire che non sento alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi e altri eroi gloriosi non vedo alcun motivo per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente ma ho in mente il fanatismo delle camicie nere al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia.

Da “Io non mi sento Italiano” di Giorgio Gaber, 2003

Cos’è la partecipazione
La partecipazione è un attività intenzionale, iniziata da una persona o da un gruppo relativamente piccolo, volta a mettere insieme i residenti di un territorio in modo strutturato affinché l’azione congiunta sviluppi la qualità della vita locale. La partecipazione presuppone diversi livelli di coinvolgimento e di impegno personale: dal semplice prendere parte a qualcosa di già deciso da altri con un atteggiamento passivo, alla partecipazione attiva e responsabile ai processi decisionali sulle questioni relative al proprio territorio. La partecipazione è la modalità attraverso la quale si esprime la cittadinanza.

I requisiti della partecipazione
Per rendere possibile la partecipazione devono essere soddisfatti dei requisiti fondamentali:

  • opportunità di partecipazione presenti nel territorio attraverso luoghi e canali informativi formali e informali;
  • motivazione e impegno dei singoli e dei gruppi derivanti dai loro bisogni e dalle percezioni che il processo partecipativo possa produrre un impatto concreto sul territorio;
  • capacità di partecipazione derivanti dalle conoscenze possedute, dalle competenze di riflessione e analisi critica della realtà, senso di responsabilità, abilità sociali e relazionali.

La partecipazione non dovrebbe essere un’attività sporadica collegata a degli eventiPartecipazione specifici ma una prassi continua fortemente radicata nel territorio.

Criticità della partecipazione
Un elemento critico per una partecipazione costante dei cittadini è il loro Senso di comunità. Per Senso di comunità s’intende la percezione di similarità che ogni cittadino ha con gli altri, una riconosciuta interdipendenza, una disponibilità a mantenere tale interdipendenza facendo per altri ciò che ci si aspetta da loro, la sensazione di appartenere a una struttura pienamente stabile e affidabile.
Un altro aspetto rilevante è che spesso partecipare non significa ottenere il consenso delle proprie idee ma è un momento di conflitto e negoziazione con gli altri. Il conflitto anziché essere un elemento di disturbo negativo da evitare, se opportunatamente elaborato, può divenire una molla positiva di crescita delle relazioni. Le persone coinvolte in un processo partecipativo dovranno mediare tra diverse esigenze per rendere la partecipazione costruttiva.

Perché partecipare
Gli strumenti di programmazione territoriale (es. piano regolatore, piano dei trasporti, piano commerciale, piano dei servizi, ecc.) hanno una grande influenza nel regolare la vita quotidiana dei cittadini, dalle loro relazioni personali e sociali al loro ben-essere. La programmazione territoriale dà “volto” a una specifica comunità e interagisce in modo complesso con le mentalità degli abitanti e con i loro comportamenti. Se le azioni di programmazione territoriale sono decise dalle istituzioni senza il coinvolgimento attivo e partecipato dei cittadini è improbabile che soddisfino i bisogni reali di una comunità producendo un diffuso senso di disorientamento.

Il Laboratorio della Partecipazione del Quartiere Torresina di Roma

Partecipazione TorresinaLo scorso anno si è avvitato un laboratorio con l’obiettivo di migliorare la partecipazione dei cittadini di Torresina alle iniziative del territorio.
Nonostante il Comitato di Quartiere di Torresina sia già attivo con numerose iniziative sul territorio, il direttivo del comitato ha da tempo sottolineato come sia un aspetto rilevante migliorare il coinvolgimento dei cittadini. Si è quindi avviato questo laboratorio, da me condotto con cadenza mensile, con l’intento di analizzare l’attuale situazione e sviluppare delle modalità per interloquire con un maggior numero di abitanti. La partecipazione al laboratorio è stata aperta a tutti i cittadini.

Presenterò sinteticamente le principali tematiche trattate in questi primi incontri. Tra i primi aspetti affrontati c’è stato quello di approfondire in base alle diverse esperienze quali siano gli aspetti positivi che favoriscono la partecipazione e quelli negativi che la ostacolano.

Partecipazione

Aspetti Positivi Aspetti negativi
  • Rendersi conto dei problemi del quartiere in prima persona
  • Far coinvolgere tutti i cittadini (anche chi abitualmente non parla)
  • Conoscere persone nuove e rapportarsi con loro
  • Migliorare la qualità della vita del territorio e creare cose positive
  • Assimilare l’entusiasmo degli altri
  • Riconoscere l’altruismo degli altri per la comunità
  • Partecipando si è più sé stessi
  • Scambio di idee
  • Libertà di espressione
  • Togliere tempo ad altre cose
  • Frustrazione e impotenza per quello che non si risolve
  • Frustrazione quando c’è poca partecipazione
  • Difficoltà confrontarsi con le rigidità altrui
  • Difficoltà nel sapere ascoltare
  • Difficoltà nel rispettare l’altro
  • Difficoltà a sapere sfruttare gli insuccessi per migliorarsi
  • Peso delle responsabilità
  • Insoddisfazione degli altri per quello che si fà
  • Assenza di finanziamenti
  • Indifferenza per gli altri
  • Mancanza di fiducia
  • Difficoltà a prendere la decisione “migliore”
  • Mancanza del rispetto altrui e pregiudizi

Le parole evidenziate in grassetto sono quelle più dense emotivamente che orientano gli atteggiamenti e i comportamenti dei cittadini del quartiere Torresina rispetto alla partecipazione. Sul versante positivo troviamo entusiasmo e coinvolgimento per essere attivi nel quartiere mentre su quello negativo una serie di frustrazioni per quello che non si riesce a ottenere e delle difficoltà legate principalmente al mettersi in relazione con gli altri. Probabilmente per migliorare la partecipazione occorrerà gestire in modo differente le frustrazioni e sviluppare delle competenze negli ambiti che ora sono indicati come difficoltà, sfruttando i punti di forza emersi dagli aspetti positivi.

Il gruppo di lavoro successivamente ha definito delle priorità per passare dallo scopo generale “migliorare la partecipazione” a degli obiettivi più specifici:

  1. migliorare la comunicazione nel territorio;
  2. migliorare la capacità di progettazione e di lavoro sugli obiettivi;
  3. migliorare la capacità di ascolto;
  4. liberare le “energie” del territorio;
  5. riproporre i gruppi di lavoro;
  6. coinvolgere il dipartimento.

Focalizzandoci sull’obiettivo individuato come maggiormente prioritario del “migliorare la comunicazione nel territorio” il gruppo si è interrogato su come viene vissuto il Comitato di quartiere di Torresina poiché la comunicazione si caratterizza prima che dal contenuto che si comunica, dalle caratteristiche del soggetto comunicante.
Si sono associate all’idea del comitato di quartiere una serie di metafore e ci si è chiesti quale caratteristiche potessero far venire in mente.

Metafore del Comitato di Quartiere e relative caratteristiche

LA TORRE DI BABELE
Confusione
Ci si perde in chiacchiereFAMIGLIA
Amicizia
Coesione
Isola
Rifugio
Certezza
Solidità
Delusione
Sovrasta
Contraddittoria
UFFICIO RECLAMI
Caos
Chiede senza impegnarsi
Speranza di risolvere i problemi
Scaricare la responsabilitàPARAFULMINE
Assorbe le energie negative
Protegge
GRUVIERA
Solida e fragile
Ci si cade dentro
Creatività
DifferenzaHUMUS
Qualità
Vita
Forza
Movimento
Origine

Il comitato nelle sue diverse sfaccettature e persone che lo compongono viene vissuto in modi molto diversi e quindi comunica nel territorio in modo diverso, se ad esempio in un determinato momento è più Famiglia, o più Torre di Babele. Pianificando delle azioni concrete per modificare alcune di queste caratteristiche probabilmente dovrebbe cambiare anche il modo di comunicare nel territorio.

(Febbraio 2012)