Anche l’Italia va verso la diffusione del servizio di Psicologia di Base

“E’ più importante sapere che tipo di persona ha una malattia
piuttosto che sapere che tipo di malattia ha una persona.”
Ippocrate

            Nel 1948 l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, quindi la salute, nonostante nel gergo comune la si intenda principalmente collegata agli aspetti fisici, è uno stato multideterminato da fattori fisici, psicologici e sociali che s’influenzano gli uni con gli altri. Ad esempio nell’ambito dei disturbi cardiovascolari è evidente l’influenza che ha la capacità di gestire i propri stati emotivi. Diversi studi internazionali hanno dimostrato che oltre il 60% della popolazione presenta situazioni che possono essere affrontate e migliorate a livello psicologico.

testa albero psicologia di baseNonostante ciò secondo un’indagine condotta nella regione Lazio durante il 2008 solamente il 5,5% della popolazione ha contatti con la psicologia, tale percentuale è tra le più basse d’Europa. Come mai è così difficile usufruire di servizi psicologici?

Lo stigma sociale del ricorso allo psicologo
Sono diversi i motivi dello scarso ricorso alla psicologia in Italia, il più rilevante è comunque l’idea, presente sia nella gente comune sia frequentemente negli altri operatori sanitari, una sorta di stigma sociale identificabile nello stereotipo: “chi va dallo psicologo è una persona disturbata, chi non ci va sta bene”. Stereotipo ingenuo che sovrappone la figura dello psicologo a quella dello psichiatra. La nascita, nell’immaginario collettivo italiano, di questa sovrapposizione professionale è da rintracciare a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso: in concomitanza con la diffusione della professione psicologica si attuava il movimento dell’antipsichiatria di Franco Basaglia che comportò la chiusura dei manicomi. Si ritenne quindi, ingenuamente, che siccome gli psicologi da quel periodo iniziarono a lavorare con persone affette da disturbi psichiatrici questo fosse l’unico intervento professionale possibile in ambito sanitario.

A cosa serve la psicologia di base
Questo stigma sociale comporta che ancora oggi l’accesso a prestazioni psicologiche è carente nei luoghi di cura primaria (ambulatori, ospedali). Le persone, nella maggior parte dei casi, si rivolgono a uno psicologo dopo anni che presentano una situazione problematica, che si è nel frattempo cronicizzata nel loro equilibrio di vita, rendendone la risoluzione più lunga e complessa.
Compito dei servizi di psicologia di base è di valutare le caratteristiche personali che influenzano la salute ed eventuali disturbi (sia fisici che mentali), e sviluppare un piano personale per il miglioramento del ben-essere della persona.

Un servizio di questo tipo potrà essere convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale?
In questo periodo storico di crisi economica in cui il diritto alla salute viene tutelato con grande difficoltà dal Sistema Sanitario Nazionale potrebbe sembrare utopistico convenzionare un servizio di psicologia di base, nonostante come indicato all’inizio, anche gli aspetti psicologici determinano la salute dell’individuo.
Una sperimentazione pluriennale condotta da Luigi Solano, consistente nella co-presenza settimanale di psicologo e medico nello studio di medicina generale ha dimostrato una riduzione di circa il 15% della spesa farmacologica complessiva dello studio.

Luigi Solano - Psicologia di Base (Congresso SIPSA 2010)Luigi Solano in occasione del IX Congresso di Psicologia della Salute del 2010 illustra la riduzione della spesa farmacologica al seguito dell’introduzione del servizio di psicologia di base

Alla luce di questi risultati l’inserimento di un servizio di psicologia di base diverrebbe un risparmio piuttosto che una spesa per il servizio pubblico, ma probabilmente c’è chi ha interesse a sostenere che la soluzione farmacologica sia nella maggior parte dei casi di salute (sia fisica che mentale) l’unica soluzione per migliorare e tutelare la salute delle persone.

(Gennaio 2013)