Quale futuro per l’Università statale?

Negli ultimi mesi dell’anno appena terminato le università hanno registrato il più grande movimento di dissenso almeno degli ultimi 30 anni. Le forme di protesta, oltre ai più vistosi movimenti di piazza hanno riguardato: occupazioni, facoltà aperte alle scuole elementari, lezioni all’aperto o notturne accessibili a tutti i cittadini. Nella maggior parte dei casi non sono state ne sospese ne limitate le attività accademiche istituzionali.

I motivi che le hanno scatenate sono tutti riconducibili alle probabili conseguenze che comporterà l’attuazione della Legge 133/08.

Per quanto riguarda le Università statali, le tre conseguenze più rilevanti di questa legge sono le seguenti:

  1. una riduzione del finanziamento al sistema universitario a partire dal bilancio del 2010;
  2. la drastica riduzione del turn over (ogni 10 persone che vanno in pensione, ne possono entrare soltanto 2 fino al 2012 e poi 5 dal 2013);
  3. la possibilità di trasformare le università in Fondazioni di diritto privato.

 

La Riduzione del Finanziamento statale al sistema universitario

Ogni anno la Finanziaria stabilisce l’ammontare del finanziamento che va al Sistema Universitario statale. La somma è praticamente stazionaria da tre anni. Vale oggi circa 7 Miliardi di euro. La legge prevede una riduzione di circa il 20% in tre anni di tale somma senza considerare che, nel nostro Paese, il finanziamento alle Università è già attualmente fra i più bassi di Europa.

La riduzione del turn over

La riduzione imposta dalla legge per il turn over nasce probabilmente dal ragionamento che riducendo il personale, e quindi il costo degli stipendi, si compensa la riduzione del minor finanziamento. Questa decisione legislativa limita drasticamente il ricambio generazionale, e va esattamente nel senso contrario al riconoscimento del merito, perché indebolisce in modo irreversibile l’università che, senza l’immissione di giovani, diventerà vecchia e obsoleta nel giro di pochi anni.

La possibilità di trasformare le università in Fondazioni

Un Ateneo potrebbe trasformarsi in fondazione se, accanto allo Stato, intervenissero dei partners privati disposti a sostenere economicamente l’Ateneo.

Ma dove si può trovare un imprenditore interessato a caricarsi l’onere di contribuire finanziariamente alle spese correnti di un Ateneo che, per definizione, non è in grado di restituire utili? Probabilmente a meno che l’Ateneo non faccia gli interessi del privato e non della collettività.

In tutto il mondo le Università funzionano perché ricevono il loro prevalente fabbisogno finanziario o dalla Collettività Sociale o dalla contribuzione diretta degli Studenti. In Europa è sicuramente prevalente la prima situazione tanto che la quasi totalità di studenti universitari frequentano università pubbliche. In una situazione di minori entrate economiche pubbliche e nella difficoltà di trovare finanziatori privati anche per salvaguardare l’autonomia di ricerca, gli Atenei probabilmente saranno costretti ad aumentare il costo delle tasse universitarie agli studenti.

 

(Gennaio 2009)